Stargirl by Spinelli Jerry

Stargirl by Spinelli Jerry

autore:Spinelli, Jerry [Spinelli, Jerry]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852055102
editore: Mondadori
pubblicato: 2014-09-21T22:00:00+00:00


18

Eravamo soli. A scuola c’eravamo soltanto noi.

O cosí ci sembrò nei giorni successivi.

Mentre la mia giornata scorreva, sentivo scorrere la sua. Avvertivo la sua presenza nell’edificio. Andando da una lezione all’altra, non avevo bisogno di vederla per sapere che era lí: invisibile nella folla, dirigeva i miei passi a cinque aule di distanza. Puntavo dritto verso il faro del suo sorriso. Mentre ci avvicinavamo l’uno all’altra, il chiasso e gli studenti attorno a noi svanivano lasciandoci soli, facendoci da cornice, e ci guardavamo negli occhi sorridendo: non c’erano piú pavimento né pareti, soltanto noi due in un universo di spazio e di stelle.

Finché un giorno scoprii che eravamo piú soli di quanto avessi pensato.

Era giovedí. Di solito quel giorno, dopo la terza ora, incrociavo Stargirl al secondo piano, davanti alla sala professori. Ci scambiavamo un sorriso e un cenno, e proseguivamo verso le rispettive aule. Quel giorno, d’impulso, l’accompagnai.

— Che ne dici di una scorta? — le chiesi.

Sorrise maliziosa. — Hai in mente qualcuno?

Proseguimmo, coi mignoli intrecciati. Dato che la sua lezione era al primo piano, scendemmo le scale fianco a fianco. Fu allora che me ne accorsi.

Nessuno ci rivolgeva la parola.

Nessuno ci salutava.

Nessuno ci sorrideva.

Nessuno ci guardava.

Una scala affollata, e nemmeno una spalla ci sfiorò, nemmeno una manica.

Gli studenti in salita si spostavano verso la ringhiera o verso il muro. A parte il chiacchiericcio di Stargirl, l’abituale schiamazzo rauco di sottofondo era svanito.

Furono gli occhi che notai soprattutto. Occhi che ci evitavano. Ci sfioravano le orecchie, e fuggivano verso la parete e verso altri occhi. Provai l’impulso di abbassare lo sguardo su me stesso per controllare di essere davvero lí.

A pranzo, ne parlai a Kevin. — Evitano tutti di guardarmi.

Non scollò gli occhi dal piatto.

— Kevin! — sbottai. — Non anche tu!

Alzò la testa ridendo e mi guardò dritto in faccia. — Scusa.

Di solito al nostro tavolo si sedevano altri ragazzi. Quel giorno eravamo soli. Mi protesi verso di lui. — Kevin, che succede?

Si lanciò un’occhiata alle spalle e tornò a fissarmi. — Mi chiedevo quando te ne saresti accorto. In un certo senso speravo di no.

— Accorto di cosa?

Prese tempo. Masticò un boccone. Risucchiò l’aranciata con la cannuccia. — Tanto per cominciare, non ce l’hanno con te.

Mi raddrizzai. Allargai le mani. — Non ce l’hanno con me. E questo che significa?

— Ce l’hanno con la persona che è con te.

Lo fissai sbalordito. — Stargirl?

Annuí.

— D’accordo — dissi. — E allora?

Mi fissò, masticò ancora, deglutí, bevve, distolse lo sguardo, tornò a fissarmi. — È con lei che non parlano.

Ancora non capivo. — Come sarebbe? Chi non le parla?

Accennò con la testa al mare di tavoli e di studenti. — Loro.

— Loro chi?

Si passò la lingua sulle labbra. — Loro, tutti. — Alzò le spalle. — Be’, quasi. — I suoi occhi scivolarono oltre la mia spalla. — Tranne quelle due.

Mi voltai. Al culmine della popolarità di Stargirl, gli studenti spostavano le sedie dagli altri tavoli per starle accanto. Adesso con lei c’erano soltanto Dori Dilson e una ragazza di prima.



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